La fuffa pseudo-profonda, ovvero la fiaba del re nudo.

“Sfortunatamente, credo che molta parte del discorso teorico filosofico proceda in una atmosfera di astrazione presuntuosa, in cui è considerato illegittimo e ingenuo sollevare queste semplici obiezioni del tipo che ho illustrato. E se qualcuno ci prova, è semplicemente scartato come uno che non ha capito la profondità della questione. E questo non perchè chi l’ha scartato abbia una spiegazione coerente di cosa ci sia di male in queste obiezioni.

Io credo che, in qualche misura, la situazione possa essere comparata alla fiaba dell’imperatore che non aveva vestiti addosso, ma la sua corte lo trattava come se fosse splendidamente vestito, finchè un ragazzino non arriva e fa notare che l’imperatore è nudo. Credo che il problema sia che queste persone hanno internalizzato la loro confusione in modo che, insomma, sono come quei cortigiani, i quali hanno veramente convinto loro stessi che, in un senso profondo, l’imperatore sia magnificamente vestito.

[..] E sfortunatamente, nel momento in cui ti ritrovi un’intera comunità che è impegnata emozionalmente, intellettualmente e culturalmente in assurdità di questo genere, è veramente difficile aiutarla in qualsiasi tipo di chiarificazione. E ovviamente, ciò che accade in una comunità del genere quando il ragazzino si rende conto che l’imperatore non ha vestiti, è che gli verrà detto di stare zitto, e che non ha studiato abbastanza filosofia, e che quando sarà vecchio capirà che l’imperatore ha più vestiti di chiunque altro.”

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