Oltre la logica?

A: La logica se ne va in un turbinio dialettico, la realtà si mostra per ciò che è: caos a cui l’uomo rifila un senso, incastrandola nella gabbia delle regole logiche..

B: Minchia.. ti vedo inspirato oggi!

A: Sono molto inspirato, e mi sento in vena di abbassarmi alle tue misere e anguste considerazioni!

B: Ah, bene, ne sono lusingato..

A: Potrei addirittura perdonarti per la volta scorsa, quando hai paragonato ciò che dico al ronzio di un frigorifero! In particolare vorrei dirti questo: quello che tu intendi per “insensato”, attraverso l’applicazione dei canoni della TUA logica, è come il ronzio di un frigorifero PER TE! Ma se tu andassi oltre questi canoni e ti elevassi a più alte zone dello spirito, entreresti in uno spazio di sensatezza più alto e profondo! E capiresti finalmente che il nulla nulleggia!

B: Quello che intendevo l’altra volta è semplicemente che “oltre la logica” non ha senso chiedersi se una proposizione è vera o falsa, cioè non esistono proposizioni sensate.. dunque ciò che dici è rilevante e interessante come il ronzio di un frigorifero.. Questo intendevo dicendo che oltre alla logica si può dire tutto, il contrario di tutto e molto di più: intendevo in realtà che non si può dire proprio nulla!

A: Ma perché il tuo concetto di sensato è ridotto!

B: Bisogna intendersi sul concetto di sensato, hai ragione. Io per “sensato”, intendo qualcosa per cui so immaginarmi come deve essere fatto il mondo perché ciò che dico sia vero. Ad esempio, se dico “C’è un coniglio che legge Dante dietro alla porta”, capisco perfettamente come deve essere fatto il mondo perché questo enunciato sia vero.. Se io invece dicessi “asgjapjfsrrpjapjdisj”, posto che parlassi in italiano e non in un’altra lingua da me inventata, non starei dicendo nulla di sensato. Infatti non riesco a immaginarmi un mondo in cui a quella stringa di suoni in italiano corrisponda qualcosa, non so come deve essere fatto il mondo perché quell’enunciato sia vero. In poche parole, non significa niente, e dunque è significante e interessante quanto il ronzio di un frigo..

A: è inaccettabile! Così se ne vanno nel pattume dell’insensatezza tutte le metafore, le suggestioni poetiche! Che ne è del profondo significato di “M’illumino d’immenso”? Non sarà mica che il significato di questa proposizione è semplicemente immaginarsi un mondo in cui io sono una lampadina!

B: Hai ragione. Qui abbiamo a che fare con il linguaggio figurato e le metafore, e la situazione è diversa. Ma non cambia: le metafore infatti sono significanti solo a partire da un loro significato letterale. Se non ci fosse quello, la metafora non vorrebbe dire nulla! Però accetto la sfida: se vuoi la posso mettere in un altro modo: io dico allora che una proposizione è sensata se riesco a capire come questa proposizione vada utilizzata linguisticamente, in che contesti usarla e per dire cosa. È sensata solo se so come usarla linguisticamente, cioè se potenzialmente sarei competente nell’usarla. Io non so, quando dico “il nulla nulleggia”, in che contesti è corretto asserirla e in quali no, non so cosa comporta il considerandola vera, non so proprio come usarla!

A: Dire “il nulla nulleggia” comporta il dire che il mondo è in se stesso privo di senso, e che la realtà, nella sua profondità, è intrinsecamente contraddittoria! Che la presenza del nulla è la confutazione immediata del principio di non contraddizione!

B: E ti pare che così saresti andato “oltre la logica”?

A: Non è forse il grande principio della logica quello di non contraddizione?

B: No. Tu e io, anche l’altra volta, abbiamo sbagliato a dire “LA” logica. In realtà ci sono “le” logiche..ce ne sono tante! Quella a cui noi ci appellavamo col nominativo “LA logica” è quella classica, in cui valgono i famosi principi di non contraddizione o di bivalenza ecc ecc. Ma ce ne sono altre! Per esempio la logica fuzzy nega il principio di bivalenza, per cui esistono solo due valori di verità: vero e falso; poi c’è quella dialeteica, che nega il principio di non contraddizione..

A: Beh il mio pensiero è al di là di qualsiasi logica!

B: Amico mio, non pensare che con “logica” si intenda qualcosa di così stretto e angusto. La logica, mettendola sul semplice e in modo impreciso, ti dà un insieme di regole di derivazione che mi permettono, a partire da delle proposizioni, di derivarne altre. Vista in questa maniera, non ha in sè stessa una caratterizzazione semantica. È solo una manipolazione di simboli! Se gli si vuole dare una caratterizzazione semantica, allora le derivazioni sono dei modi per passare da proposizioni ad altre, mantenendo il valore di verità. Quindi per esempio, dire che dato P: “Tutti gli uomini sono mortali” e Q: “Socrate è un uomo”, quindi posso derivare R: “Socrate è mortale”, vuol dire che, posto che sia vera P e sia vera Q, è vera anche R.

A: Ma se io dicessi che la realtà è al di là della logica, perché è contraddittoria?

B: Ma amico mio, te l’ho detto! Quando dici che, per esempio la realtà non rispetta certe regole della logica, come il principio di contraddizione, posto che sia vero, ciò non vuol dire affatto che la realtà è “al di là della logica”! Vuol dire semplicemente che la realtà è piombata in un’altra logica, quella dialeteica in cui non vale il principio di non contraddizione, e ne segue scrupolosamente i dettami.

A: Non mi hai mica convinto..

B: Guarda, mettiamola così: qualsiasi sia il risultato che ti fa dire che la realtà è al di là della logica, basterà considerare questo risultato come applicazione particolare di un principio corrispondente per poter costruire una nuova logica, una logica heideggeriana, hegeliana, vattimiana, fruttivendoliana, urla-al-mercatiana o ronzio-del-frigoriferiana che sia, che incorpori questo risultato tra le sue derivazioni corrette! Insomma, è inutile: proprio non si può uscire dalla logica!

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